sabato 9 agosto 2014

EMIS KILLA: << VI PARLO DI MARIO>>

Le parole di Emis verso Balotelli in un post su Facebook

<< Un giorno vi racconterò la sua storia anche se si legge nei suoi occhi, vi racconterò la sofferenza di un bambino di due mesi abbandonato senza genitori e averli rincontrati solo quando è diventato Mario Balotelli>>

Queste sono le parole del rapper milanese, queste sono le giustificazioni di ogni domanda e ogni sbaglio di Mario, sempre secondo Emis Killa.

<< Mario è buono, dolce e sempre sorridente. Ormai gli è stata data l'immagine del cattivo per via degli stupidi gossip presenti nei giornali, in tv ecc.. ma non lo è, lo conosco bene e ve lo posso assicurare. >>

INT: Una volta te gli hai detto: "Non siamo fratelli di sangue ma siamo fratelli lo stesso", è vero?
E: Ovvio. A noi due ci lega un bracciale che ci siamo fatti come promessa di essere amici per sempre. Il sangue non detta nessuna legge; ho il mio manager che per me è come un padre eppure scorre un'altra cosa nelle vene ma  è  lo stesso un papà. 

<< Molti italiani lo insultano, a me fanno ridere, insultano Balo perchè adesso è diventato quello che ha abbandonato la figlia. Se l'avesse riconosciuta prima ora tutti lo adorerebbero. Poi si certo, ha la pelle nera;qui in Italia essere neri significa il delirio. Anche se su al nord la cosa si sente di meno perchè siamo più multi etnici per esempio Milano che è la città dove vivo io è piena di tutte le razze possibili; una volta sono sceso giù al sud con Mario ed amici, è stato qualcosa di assurdo, gente che rideva quando passavamo. Non ci credo che ancora oggi uno deve sedersi e parlare di razzismo. Io anche sono razzista ma con la gente che viene in Italia a non fare niente.  >> cosi' parla il rapper dell'Italia e il razzismo ancora presente.
<< La gente prima di parlare di Mario dovrebbe fermarsi un attimo e mettersi nei suoi panni sia nella vita che nel calcio. Mario non è un robot non può fare 6 goal a partita, è un essere umano e ha ancora tanto da imparare.  Ha passato un'infanzia difficile; le persone dovrebbero domandarsi: "Ma come mi sentirei io se dopo 18 anni che i miei genitori naturali non sapevano della mia esistenza e mi avevano abbandonato,  hanno avuto la faccia di venire a trovarmi di nuovo quando sono diventato famoso? " o sennò "Come mi sentirei se quando vado allo stadio e gioco una partita mi sento i cori razzisti sotto come sottofondo?" o ancora : "Come mi sentirei se tutti i giornali parlassero di me raccontando stronzate e mostrando un Mario completamente diverso da quello che sono?". E' vero la gente parla di quello che vede però viene tutto amplificato e si sa. Il problema è che se Mario segna è un campione, se non segna è un deficiente. >>.
Il rapper conclude dicendo inoltre << E' vero, adesso gira con la ferrari magari e ha tutti i lussi possibili ma i soldi non fanno la felicità; io sono dell'idea che non serve a niente avere il portafoglio pieno e non avere il senso della vita. Io ai soldi avrei preferito una famiglia. I soldi sono beni materiali, i sentimenti sono emozioni che ti restano dentro e non sempre si hanno. Io e Mario siamo fortunati perchè facciamo quello che ci piace però è difficile curare certe ferite e altre sono impossibili. 
Io ho visto Mario piangere, una sera, mentre era casa mia a guardare la replica di una  partita del Milan; emozionarsi perchè aveva segnato  lui e la gente che lo applaudiva. Per una votla gli italiani avevano applaudito a lui per una splendida punizione.  Mario è stato l'unico ad aver pianto dopo i mondiali, ad aver dimostrato di tenerci alla maglia. C'era gente che rideva e non gli importava, lui più di quello non poteva fare. Quando non dà il massimo ci sta male e si vede, in tutto. >>
Il rapper in conclusione saluta le telecamere e ci mostra il suo braccialetto con il suo amico Mario. 
In esclusiva per Sky, guarda il video dell'intervista su skysport.it

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